Maschere del potere
nel cinema contemporaneo
Pubblicato in: Fata Morgana, 2014, vol. 22, pp. 135-146.
La recitazione cinematografica si manifesta nella nostra epoca in modo marcatamente fisico e sensoriale: i personaggi contemporanei sono caratterizzati da percorsi di sofferenza e dolore che spingono sempre più il loro agire verso un’aderenza intima con gli stati emotivi profondi connessi alla personalità dell’attore che dà loro vita. Dunque, fra le varie tecniche recitative, almeno a livello quantitativo, quella immedesimativa tende a prendere il sopravvento sulle altre. Più in generale, fin dalla rivoluzione attoriale del secondo dopoguerra avvenuta con la presa di potere dell’Actors Studio su Hollywood, il personaggio “a tutto tondo” nel cinema americano ed europeo, ovvero il protagonista del racconto drammatico, è soccorso essenzialmente dalle tecniche recitative dell’immedesimazione che creano una perfetta illusione di verosimiglianza: posti al centro della narrazione, attore e personaggio sembrano coincidere completamente. Invece la tecnica imitativa, basata sulla costruzione dall'esterno della figura rappresentata, è utilizzata principalmente per dare rilievo e spessore a personaggi comici o doppi, ambigui e mostruosi, non necessariamente realistici ma tendenti semmai all'astrazione e alla definizione di un archetipo antropologico.