Francesco Centorame

Intervista a Francesco Centorame

SILVIA VACIRCA 30 MAGGIO 2022

Per la serie di interviste dedicate agli attori italiani emergenti (focus group), appartenenti alla cosiddetta “Generazione Z”, volte ad analizzare le pratiche che determinano la validazione professionale dell’attore nei discorsi sociali da una prospettiva di genere, abbiamo intervistato Francesco Centorame, nato nel 1996 a Montesilvano, Pescara.

Per prima cosa le chiederò di ripercorrere un po’ il suo percorso di vita, in particolare vorrei che pensasse alla sua infanzia…

Sono nato a Montesilvano, una piccola città sul mare in provincia di Pescara, molto carina. Però è una città che non ha teatro, tutt’ora non ha teatro, non c’è un teatro. Questa la dice lunga.

Che lavoro fanno i suoi genitori?

Mia madre è estetista e mio padre operaio, tra Montesilvano e Pescara.

Com’è entrato a contatto con il mondo dello spettacolo, dato che a Montesilvano non ha un teatro?

È una storia lunga. Come quasi tutti i bambini, sei quello che ti fanno vedere durante il percorso di crescita. Io ho visto il calcio, il calcio, il calcio, volevo giocare a calcio. Senonché, intorno ai quindici anni per problemi legati alla famiglia, che ha una storia complicata con un divorzio fatto male, ho iniziato a soffrire di depressione. Sono stati tre anni complicati in cui non riuscivo più a parlare con le persone, mi tenevo tutto dentro. Solo e incompreso ho iniziato un percorso di psicoterapia per superare gli attacchi di panico. Uno psicoterapeuta mi propose di fare teatroterapia e la prima cosa che dissi fu no, non esiste, non parlo coi miei figurati davanti ad altre persone. E invece l’ho fatto, ho provato e mi è piaciuto così tanto poter dire ciò che penso nel mondo. Poi dopo il diploma ho iniziato l’università a Teramo. Mentre studiavo a Teramo ho fatto un provino in un’accademia teatrale di Roma dove, inspiegabilmente, mi hanno preso.

Come si chiama l’accademia?

Fondamenta. Non so se c’è ancora. È l’unica in cui ho provato perché non conoscevo nulla, niente di niente.

Come l’ha scoperta?

Ho cercato in Internet, qualcosa che non fosse tipo Silvia D’Amico o Centro sperimentale. Sapevo che mi piaceva il teatro però non avevo intenzione di tuffarmi così tanto, volevo una scuola buona ma non il top. Faccio il provino, mi prendono e nel giro di una settimana trovo casa a Roma. Dopo due mesi, i miei mi chiamano e mi dicono che se non mi trovo un lavoro devo tornare a casa. Ho cercato un po’ di lavoretti e l’unico che avevo trovato era un volantinaggio porta a porta, quindi torno a Montesilvano. Fine del sogno. E invece trovo una scuola di recitazione a Pescara, sempre su Internet. In questa scuola che frequento per due anni si facevano stage con delle casting da Roma. Sara Casani, una casting che ho conosciuto in due giorni di stage, che è la casting di Gomorra e Suburra, una casting importantissima, mi chiede delle informazioni, mi fa capire che ho del potenziale. Nasce un rapporto da lì e dice che poteva presentarmi una persona molto interessata, Lucia Proietti. Quindi passo da Montesilvano, che non sapevo cosa fossero le agenzie, non conoscevo il dietro le quinte del cinema, a Skam. Avevo problemi a svegliarmi e sorridere, non sognavo certo di fare l’attore. Ero concentrato su stare meglio. Lucia che mi propone di prendere un periodo di prova, parlavo con un forte accento abruzzese, a casa mia si parlava il dialetto, proprio un altro mondo. Quindi ho iniziato a studiare dizione e nel secondo provino con Lucia, per Skam, presi la parte e festa grande. I primi soldi li usai per trasferirmi a Roma e pagarmi un corso di un coach americano che mi è stato molto utile, mi ha fatto crescere tantissimo. E poi mi sono formato sul set di Skam.

Il suo primo film è stato “Gli anni più belli”. Com’è arrivato al cinema?

Laura Muccino ha chiamato Lucia Proietti, stavano cercando qualcuno che somigliasse a Pierfrancesco, e quando sono andato a fare il provino, anche se io li chiamo incontri per alleviare l’ansia dentro di me, c’erano tanti ragazzi che somigliavano più di me quindi ho pensato “ciao”. In realtà poi ci hanno fatto fare tante cose, urla, movimenti, e non è stata la somiglianza che ha vinto ma molto altro.

Come si è svolto l’incontro?

Con una scena del film e improvvisazioni guidate da Gabriele (Muccino) e la sorella. Ci urlava addosso per liberarci dalla timidezza e ha funzionato, Giulio doveva essere un leone in gabbia e mi sono sentito così dopo. Ho fatto quattro provini, e dopo il quarto mi hanno confermato. Poi ho fatto da spalla per trovare gli altri ragazzi.

Quali sono gli obiettivi professionali che ha raggiunto e che vorrebbe raggiungere?

Ho appena finito di girare Skam 5 come protagonista. Molto impegnativo. Quest’estate abbiamo girato Il colibrì di Francesca Archibugi, dove ho un ruolo molto importante ma non così impegnativo. Un film importante, con Nanni Moretti, Laura Morante, mi ha dato tantissimo. Ma stare tutti i giorni due mesi su un set è un allenamento. Il mio unico obiettivo è fare bene questo lavoro, in maniera onesta, partecipare a progetti che hanno senso di esistere più che per essere presente sulla scena. Guardo e leggo la storia. Provo un sentimento di passione e rispetto verso quello che mi ha dato il teatro e la recitazione. Mi hanno insegnato a vivere. Per me è come un amore. Quando arrivano sceneggiature in cui la storia non è importante allora dico che non è il caso. Devo sentirmi coinvolto perché ci metto il mio corpo.

Cos’è una storia importante?

Che ha a che fare con una verità. Con il ruolo che ho dentro la storia.

Non ha mai avuto paura che il suo aspetto fisico fosse un limite?

Mi piace lavorarci tanto, è l’unico strumento che ho. Orazio Costa, maestro di Pierfrancesco, diceva che il corpo di un attore deve essere curato come quello di un atleta. Per esempio per Il colibrì ho preso dei chili perché mi aiutava a essere più rotondo, anche nella voce. Per Skam ne ho persi sette e ho fatto un po’ di palestra.

Lo fa da sé?

Ne parlo con la produzione e mi mandano da un nutrizionista. Però questa estate ho fatto da me. Per la regista non era importante e l’ho fatto in autonomia.

Qual è il suo lavoro più importante?

Adesso dico Skam. Il colibrì è forse più importante come visibilità, andrà a Cannes, anche se ormai Netflix ce l’ha chiunque. Però dipende dalle generazioni che vai a colpire, con Skam colpisci una generazione dai sedici ai trenta.

Secondo lei è importante vincere dei premi?

L’audiovisivo credo sia legato a stereotipi antichi. Adesso più sei popolare e seguito più hai possibilità di essere ingaggiato. A me non è mai successo di essere scartato per questo, anche perché sui social sono un po’ una pippa. Mi sono reso conto che mi prendeva troppo tempo e l’ho eliminato. Quello che si muove intorno alle storie cerco di non ascoltarlo troppo. Da quando ho iniziato a fare l’attore quando qualcuno mi riconosce, questo ti fa sentire importante, ma non è che sei un pompiere, sei solo uno che lavora. Quindi questa sorta di divismo non mi fa impazzire. Mi sembra una cosa artefatta che mi allontana da essere un attore onesto, mettere la mia storia al servizio del personaggio.

Ha mai lavorato con la moda?

Ho un’agenzia che mi cura il digitale però il più delle volte mi odiano perché dico sempre di no. L’unica cosa che ho accettato di fare con Hogan e Sisley, che sono due brand noti, è perché si sono dimostrati molto interessati a una parte umana. Non mi hanno detto ti mandiamo delle cose e devi fare delle storie in cui devi dire che queste scarpe sono bellissime. Oggi penso che un attore debba essere un mistero, di lui si devono conoscere solo le storie che racconta, che è utopistico mi rendo conto. Sono un po’ noioso e vecchio stile, molto gaberiano, lavoro molto con la Fondazione Gaber perché a me piace quella direzione lì.

Dov’è stata la svolta nella tua carriera?

Penso che la svolta sia stata dentro più che all’esterno, quando ho capito che avrei fatto questo lavoro anche in un teatro di dieci persone prendendo pochi spicci. Quando lo capisci allora riesci a rifiutare delle cose. Ho fatti mille lavori, cameriere, cassiere, se ho bisogno di denaro mi trovo un altro lavoro ma se devo raccontare una storia per prendere dei soldi allora no. La svolta è stato un processo interno.

Saprebbe dire quando è avvenuta?

Dopo la prima stagione di Skam, quando andavo in giro e mi fermavano per le foto. Lì mi sono sentito più trofeo che attore. Le persone si avvicinano per farsi una foto, dimenticando che tu sei un essere umano, che puoi provare ansia e timidezza anche tu. E se ne vanno, non è che ti chiedono come stai. Sei un trofeo. Mi sono chiesto: tu cosa vuoi essere?

Come ha vissuto il periodo di emergenza da Covid19?

Io in una sorta di ovatta perché a settembre del 2020 è nato Leonardo, mio figlio, poco dopo l’inizio della pandemia. Quindi questa esigenza di uscire non l’avevo. A dicembre l’ho preso, ho dovuto fare la quarantena, l’ho capito lì cosa significava.

E dal punto di vista lavorativo?

Dal Covid si lavora molto di più col self tape. Io ho il bisogno del contatto umano, di vedere una reazione, di essere guidato. Quindi col self tape faccio fatica. Lo devi fare in autonomia, se sei a casa con la compagna e devi fare un video hai bisogno di concentrazione. Non si può giudicare un provino facendo fare a casa una scena. Io durante il lockdown davo le battute registrandomi al telefono, ma da attore mi devasta. Perché lavoro sull’ascolto, devo stare con l’altra persona.

Ti mandano un kit?

Ti mandano tutto, ma l’avevo già studiato a scuola. Io penso di essere tra i fortunati che a volte cercano di vedere di persona perché sanno come lavoro. Il self tape per me ha due facce. Di farti arrivare a quante più persone possibili, di avere la possibilità di farsi notare. Ma non c’è il contatto diretto, fai una tua proposta senza direzione. Dal lockdown la pratica è rimasta e sarà sempre più usata perché risparmi tantissimo denaro, tipo affitto della sala, far venire quattrocento persone. Poi so che c’è chi lavora meglio in assenza, perché non sente l’ansia.

Ha mai vinto premi, partecipato a cerimonie di premiazione?

So che una rivista mi aveva premiato per il film di Muccino come miglior attore esordiente. Ma a dire la verità faccio fatica a giudicare. A volte sei bravo e rendi poco perché sei diretto male.

Francesco Centorame

Francesco Centorame

PROFILO BIOGRAFICO

Francesco Centorame è nato a Montesilvano (Pescara) nel 1996, dove, ci tiene a ribadire, non ci sono teatri. Da piccolo sogna di fare il calciatore, il teatro è assente dalla sua vita. Il primo incontro con il teatro, infatti, avviene per caso, per motivi terapeutici collegati a una depressione. A diciotto anni decide di fare un provino alla scuola di recitazione Fondamenta, trovata e scelta quasi per caso su Internet. Viene preso, con sua sorpresa, ma è costretto a lasciare perché il costo della vita a Roma è troppo alto e non può lavorare e frequentare insieme. Tornato a Montesilvano, decide di frequentare la scuola di recitazione SMO (spazi mentali occupati) di Pescara, per due anni. Qui ha modo di partecipare a numerosi stage con diverse casting director da Roma.

In uno di questi stage, Sara Casani, casting di Gomorra e Suburra, lo segnala a Lucia Proietti, di Tna. Al secondo provino per il remake italiano della web-serie Skam, Skam Italia, nel 2018 ottiene la parte di Elia Santini. Dalla seconda stagione il suo personaggio è uno dei protagonisti. Prima era stato Jason, studente del primo anno all'Accademia di moda di Milano, in Maggie & Bianca: Fashion Friends, serie TV andata in onda su Rai Gulp dal 2016 al 2017, e aveva recitato in alcune pubblicità.

Dopo il successo di Skam si trasferisce a Roma, dove frequenta il corso dell’acting-coach americano Danny Lemmo, membro onorario a vita dell’Actors Studio di New York dove si è laureato come maestro. Nel cinema ha esordito ne Gli anni più belli (Gabriele Muccino, 2020) nei panni di Giulio Ristuccia, uno dei quattro protagonisti, da adolescente, e poi ne Il colibrì (Francesca Archibugi, 2021), tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, edito da Nave di Teseo, vincitore del Premio Strega 2020, dove interpreta il protagonista da giovane.

Protagonista di Skam 5, è ricercato dalla moda, anche se si dichiara restio a collaborazioni di puro marketing, dichiarandosi diverso dai colleghi in cerca di notorietà. Non che le proposte non arrivino, tramite l’agenzia che gestisce il suo profilo social.

A febbraio 2020 ha ricevuto un premio dal sindaco di Montesilvano, Ottavio De Martinis, in seguito al suo ruolo ne Gli anni più belli. Il 4 febbraio 2020 è salito sul palco dell'Ariston, durante la prima serata di Sanremo. Al pubblico di Porto Allegro ha raccontato di avere «trascorso quasi tre mesi nei locali romani per affinare il dialetto, Muccino voleva che sembrasse più reale possibile. Poi mi sono affidato a Gabriele e se hai il coraggio di lasciarti andare anche emotivamente ti guida lui. Mi hanno detto che è andata bene e sono contento.”

SPOGLIO DA UNA PROSPETTIVA DI GENERE

Stampa periodica specializzata

"On the Road: il cammino dei giovani talenti", Fabrique du cinema, 19-11-2018. https://www.fabriqueducinema.it/magazine/attori/on-the-road-il-cammino-dei-giovani-talenti-di-fabrique-n-22/

Pogliani, F., "Francesco Centorame: SKAM Italia è 'un’opportunità di aprire gli occhi'", tvserial.it, 01-07-2020. https://www.tvserial.it/skam-italia-4-intervista-francesco-centorame-video/

Rotocalchi

Casiraghi, C., "Francesco Centorame di «Skam», il primo Natale da papà", Vanity Fair, 28-12-2020.

https://www.vanityfair.it/people/italia/2020/12/28/francesco-centorame-di-skam-papa-primo-figlio-valentina-salvagno-foto

D'Antonio, C., "Francesco Centorame di SKAM Italia: Il viagra e la lezione di Favino", GQ, 28-07-2020.

https://www.gqitalia.it/show/article/francesco-centorame-skam-italia-viagra

Monnis, M., "Il bacio di Michele Bravi e Francesco Centorame nel video di Mantieni il bacio è qualcosa di sublime, punto", Cosmopolitan, 28-01-2021.https://www.cosmopolitan.com/it/star/a35348470/michele-bravi-francesco-centorame-video-mantieni-il-bacio/

Pirotti, P., "Fandom Vibes: intervista a Francesco Centorame, star di Skam Italia", gingergeneration.it, https://www.gingergeneration.it/n/skam-italia-intervista-francesco-centorame-354456-n.htm

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