Leonardo Pieraccioni,
il Peter Pan del cinema italiano

CRISTINA JANDELLI 7 MARCH 2021

Pubblicato in: La valle dell'Eden, 2019, vol. 34, pp. 25-35.

Il 18 novembre 2018, in prima serata su Raiuno a Che tempo che fa, Leonardo Pieraccioni è comparso in studio accompagnato dalle note della colonna sonora de Il ciclone (L. Pieraccioni, 1996) per promuovere il nuovo film in uscita, la tredicesima delle sue regie, Se son rose (L. Pieraccioni, 2018). Ha ironizzato con il conduttore Fabio Fazio sulle conquiste di gioventù, ha dato consigli sentimentali, ha scherzato con affabilità sui primi amori. Un filo di verve comica e abbondante bonomia per una maschera bloccata nel tempo: Il ciclone è del 1996 e oltre venti anni dopo, con evidente paradosso anagrafico, Pieraccioni continua a recitare il ruolo del protagonista di una commedia sentimentale. Stupisce la fissità della maschera, la sua lunga fedeltà, non scalfita dal tempo, ad alcuni tratti che determinano il personaggio Pieraccioni inchiodandolo all’immagine di un Peter Pan della contemporaneità, un puer aeternus che, dal mondo classico e dagli archetipi della psicologia analitica junghiana, discende fino a noi attraverso una lunga tradizione culturale e spettacolare. Lo scopo di questo saggio è approfondire tali peculiarità e indagarle nella consapevolezza del vuoto di indagini critiche e degli studi che restano da compiere.

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